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poligònia figura; dove non meno fia uguale linea a li-
nea che superficie a superficie, campo a campo, e cor-
po a corpo nelle solide figure».
saulino Questa sarà cosa eccellentissima, et un tesoro
inestimabile per gli cosmimetri.
sofia Tanto eccellente e degna, che certo parmi che
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Giordano Bruno - Spaccio de la bestia trionfante
contrapese a l invenzione di tutto il rimanente della
geometrica facultade. Anzi da qua pende un altra più
intiera, più grande, più ricca, più facile, più esquisita,
più breve, e niente men certa: la quale qualsivoglia fi-
gura poligònia viene ad comensurare per la linea e su-
perficie del circolo; et il circolo per la linea e superfi-
cie di qualsivoglia poligonìa.
saulino Vorrei quanto prima intendere il modo.
sofia Cossì disse Mercurio a Minerva; a cui quella rispo-
se: «Prima (nel modo che tu fatto hai) dentro questo
triangolo descrivo un circolo che massimo discriver vi si
possa; appresso fuor di questo triangolo ne delineo un
altro che minimo delinear si possa sin al contatto de gli
tre angoli; e quindi non voglio procedere a quella tua
fastidiosa quadratura: ma al facile trigonismo, cercando
un triangolo che abbia la linea uguale alla linea del cir-
colo, et un altro che vegna ad ottenere la superficie
uguale alla superficie del circolo. Questo sarà uno circa
quel triangolo mezzano, equidistante da quello che con-
tiene il circolo, e quell altro ch è contenuto dal circolo:
il quale lascio che con il proprio ingegno altri lo prenda
cossì, per che mi basta aver mostrato il luogo de luoghi.
Cossì per quadrare il circolo non fia mestiero di pren-
dere il triangolo: ma il quatrangolo che è tra il massimo
interno e minimo esterno al circolo. Per pentagonare il
circolo, prenderassi il mezzo tra il massimo pentagono
contenuto dal circolo e minimo continente del circolo.
Similmente farassi sempre per far qualsivoglia altra fi-
gura uguale al circolo in campo et in linea.
(La figura nel fine del libro)
Cossì oltre, per essere trovato il circolo del quadrato
uguale al circolo del triangolo, verrà trovato il qua-
drato di questo circolo pare al triangolo di quell altro
circolo, di medesima quantità con questo».
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saulino In questo modo, o Sofia, si possono far tutte
l altre figure uguali ad altre figure con l aggiuto e rela-
zione del circolo: che fate misura de le misure. Cioè
se voglio far un triangolo equale al quatrangolo, pren-
do quel mezzano tra gli doi apposti al circolo, con
quel mezzano tra doi quatrangoli apposti al medesi-
mo circolo o ver ad un altro uguale. Se voglio prende-
re un quadrato uguale a l exagono, delinearò dentro e
fuori del circolo e questo e quello: e prenderò quel
mezzano tra gli doi de l uno e l altro.
sofia Bene l hai capito. In tanto che quindi non sola-
mente s ha la equatura di tutte le figure al circolo, ma
et oltre di ciascuna de le figure a tutte l altre mediante
il circolo, serbando sempre l equalità secondo la linea
e secondo la superficie. Cossì con picciola considera-
zione o attenzione, ogni equalità e proporzione di
qualsivoglia corda a qualsivogli arco si potrà prendere:
mentre o intiera, o divisa, o con certe raggioni aumen-
tata viene a constituir poligonìa tale, che in detta ma-
niera da cotal circolo sia compresa, o lo comprenda.
«Or definiscasi presto» disse Giove, «di quel che vo-
gliamo collocarvi». Rispose Minerva: «Mi par che vi
stia bene la Fede e Sinceritade, senza la quale ogni
contratto è perplesso e dubio, si dissolve ogni conver-
sazione, ogni convitto si distrugge. Vedete a che è ri-
dutto il mondo, per esser messo in consuetudine e
proverbio che per regnare non si osserva fede; oltre:
a gl infideli et eretici non si osserva fede ; appresso:
si franga la fede a chi la rompe . Or che sarà se que-
sto si mette in prattica da tutti? A che verrà il mondo,
se tutte le republiche, regni, dominii, fameglie e parti-
colari diranno che si deve esser santo col santo, per-
verso col perverso? e si farano iscusati d esser scelera-
ti, perché hanno il scelerato per compagno o vicino? e
pensaranno che non doviamo forzarci ad esser buoni
assolutamente come fussemo dèi, ma per commodita-
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de et occasione come gli serpenti, lupi et orsi, tossichi
e veneni?»; «Voglio» soggionse il padre, «che la Fede
sia tra le virtudi celebratissima; e questa, se non sarà
data con condizione d un altra fede, mai sia lecito di
rompersi per la rottura de l altra: atteso che è legge da
qualche Giudeo e Sarraceno bestiale e barbaro, non
da Greco e Romano civile et eroico, che alcuna volta
e con certe sorte di genti, sol per propria commodita-
de et occasion d inganno, sia lecito donar la fede con
farla ministra di tirannia e tradimento».
saulino O Sofia, non è offesa più infame, scelerosa et
indegna di misericordia, che quella che si fa ad uno
per un altro, per causa che l uno ha creduto a l altro:
e l uno vegna offeso da l altro per avergli porgiuta fe-
de, stimandolo uomo da bene.
[Sofia] «Voglio dumque» disse l altitonante, «che que-
sta virtù compaia celebrata in cielo, acciò vegna per
l avenire più stimata in terra: questa si veda nel luogo
in cui si vedea il Triangolo, da cui comodamente è
stata et è significata la Fede; perché il corpo triangula-
re (come quello che costa di minor numero di angoli,
et è più lontano da l esser circulare) è più difficilmen-
te mobile che qualsivoglia altrimenti figurato. Cossì
viene purgata la spiaggia settentrionale, dove comun-
mente son notate trecentosessanta stelle: tre maggiori,
diece et otto grandi, ottanta et una mediocri, cento-
settantasette picciole, cinquanta et otto minori, trede-
ci minime, con una nebbiosa e nove oscure».
saulino Or espediscasi d apportare brevemente quel
che fu fatto del resto.
sofia «Decerni, o Padre,» disse Momo, «di quel che
doviam fare di quel protoparente de li agnelli: quello
che primieramente fa da la terra uscire le smorte
piante, quello ch apre l anno, e di novo florido e
frondoso manto ricoprisse quella, et invaghisce que-
sto»; «Perché dubito» disse Giove, «mandarlo con
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que di Calabria, o Puglia, o de la Campania felice,
dove sovente dal rigor de l inverno sono uccisi; né mi
par convenevole inviarlo tra gli altri delle Africane
pianure e monti, dove per il soverchio calore scop-
piano: mi par convenientissimo ch egli si trove circa il
Tamisi, dove ne veggio tanti belli, buoni, grassi, bian-
chi e snelli; e non son smisurati, come nella regione
circa il Nigero; non negri come circa il Silere et Ofito;
non macilenti come circa il Sebeto e Sarno; non catti-
vi, qual circa il Tevere et Arno; non brutti a vedere,
come circa il Tago: atteso che quel luogo quadra alla
staggione a cui è predominante, per esservi più ch in
altra parte, oltre e citra l Equinozziale, temperato il
cielo; ché dalla supposta terra essendo bandito l ec-
cessivo rigor de le nevi e soverchio fervor del sole, co-
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